giovedì 15 dicembre 2011

ARTICOLO DEL CORRIERE

  • Corriere della Sera
Cassina de' Pecchi, prevale la linea dei metalmeccanici della Fiom: rottura fra azienda e lavoratori

Chiude la «Jabil», a casa in trecentoventi

 


Il dado è tratto per la Jabil di Cassina de' Pecchi. Trecentoventi a casa. Si chiude, e nel peggiore dei modi. L' azienda puntava a un abbassamento «consensuale» delle saracinesche, con la firma di Cgil, Cisl e Uil e un assegno da 14 mila euro lordi per ciascuno dei camici bianchi rimasti senza lavoro. La Cgil era contraria a questa proposta sin dall' inizio, disponibili, invece, Cisl e Uil. Ieri, durante l' ultimo incontro in Regione, ha prevalso la linea dei metalmeccanici della Fiom. Niente accordo sindacato-azienda, no anche ai soldi. I lavoratori della Jabil sono convinti di poter chiedere il rispetto di vecchi accordi che impegnavano a mantenere parti dell' attività a Cassina de' Pecchi. Quindi il prossimo passo sarà la guerra legale. Molti sarebbero pronti a impugnare legalmente i licenziamenti. Resta il fatto che ora il problema non è più solo occupazionale. Oltre al fronte legale ce n' è anche uno di ordine pubblico. Da lunedì i lavoratori sono in assemblea permanente dentro lo stabilimento. Si dicono determinati a bloccare i camion che da stamattina dovrebbero cominciare a svuotare l' azienda. Non solo: avrebbero anche tutta l' intenzione di impedire l' ingresso e l' uscita di automezzi dalla vicina Nokia. Che poi è l' azienda madre da cui, nel 2007, nacque Jabil. Per il 25 dicembre i licenziati chiedono tutti lo stesso regalo: un imprenditore che rilevi l' attività e continui a produrre.
Ri. Que.

1 commento:

Anonimo ha detto...

come al solito qualcuno condiziona la maggioranza